Consiste in un’area rossa della mucosa orale che riflette la presenza di una displasia o di un carcinoma in situ o invasivo. Il termine eritroplachia ricalca quello impiegato per la cosiddetta “eritroplasia di Queyrat” che descrive una lesione rossa, di aspetto vellutato, che si sviluppa sul pene di soggetti anziani. Come per la leucoplachia tale termine, secondo la definizione della WHO, fa riferimento ad “un’area rossa che non è inquadrabile in un’altra condizione né da un punto di vista clinico né da un punto di vista istopatologico”. Da ciò si deduce che anche la diagnosi definitiva della eritroplachia, come per la leucoplachia, si basa sulla esclusione di altre lesioni della mucosa orale specie di origine infiammatoria.
L’eritroplachia è di raro riscontro clinico. La maggior parte delle lesioni si osserva in pazienti anziani forti fumatori o bevitori. Appare come un’area rossa dai contorni indistinti e dalla superficie vellutata. Talvolta le lesioni mostrano una componente bianca e in questo caso vengono chiamate eritro-leucoplachie. Le sedi più frequenti sono il pavimento orale, la lingua, il palato molle, l’area retromolare e la mucosa vestibolare.
Nell’80-90% dei casi si osserva un’alterazione displastica severa o un carcinoma in situ o un carcinoma invasivo. Il colorito rosso della lesione si spiega con l’assottigliamento degli strati epiteliali e la scomparsa della cheratina fatto, questo, che rende meglio visibili i vasi della sottostante lamina propria.