La stomatopirosi o sindrome della bocca urente (dall’inglese burning mouth syndrome) è una malattia tipica del sesso femminile (postmenopausa) di frequente riscontro nella pratica clinica. La caratteristica principale dei pazienti che ne sono affetti è che soffrono di un bruciore orale diffuso in assenza di lesioni mucose e di qualsivoglia alterazione di laboratorio. Se il bruciore è localizzato alla sola lingua questa condizione viene definita glossopirosi. Questa sindrome è un rebus nosologico di non facile soluzione in quanto l’incompleta conoscenza dell’eziopatogenesi preclude la sperimentazione di terapie efficaci.

Eziopatogenesi

In generale il bruciore orale può causato da una miriade di fattori. Per definizione la stomatopirosi ha cause ignote. Nella pratica clinica si distinguono quindi casi di bruciore orale in cui è possibile risalire a fattori causaliidentificabili e casi in cui il bruciore orale non è riconducibile a nessun fattore noto. Per ragioni di inquadramento nosologico è utile distinguere la stomatopirosi idiopatica o essenziale dalla stomatopirosi secondaria in cui l’approccio terapeutico viene ad essere guidato dalla identificazione delle cause (si veda la sezione apposita).
E’ interessante citare che studi recentissimi hanno identificato, sul piano fisiopatologico e neuropatologico, una serie di alterazioni che coinvolgono le fibre trigeminali periferiche (degenerazione degli assoni delle piccole fibre nervose), l’ alterazione dei meccanismi percettivi del gusto, la perdita dei meccanismi inibitori centrali sul controllo del dolore, la perdita del controllo centrale del dolore per difetto funzionale della via dopaminergica e una possibile diminuzione dell’effetto protettivo degli estrogeni sul sistema dopaminergico centrale. Questi meccanismi patogenetici, sebbene necessitino di ulteriori conferme, possono spiegare in parte l’insorgenza della stomatopirosi.
La stomatopirosi si osserva di frequente in associazione con disordini psicosomatici. I pazienti spesso hanno una personalità ansiosa, introversa, tendente alla depressione, all’ipocondria e allo stress. Questi disturbi della personalità si riscontrano di sovente nelle pazienti in menopausa e vengono aggravati dalla percezione della perdita della propria identità femminile. In questi soggetti si riscontra molto spesso una marcata cancerofobia. I meccanismi attraverso cui queste alterazioni della sfera psicologica possano tradursi in un disturbo somatico come la stomatopirosi rimangono del tutto ignoti. Resta il fatto che questa malattia risponde positivamente all’impiego di psicofarmaci come le benzodiazepine e gli antidepressivi triciclici.
Vista la maggiore frequenza della stomatopirosi nel sesso femminile in postmenopausa, è stato a lungo studiato il legame con il deficit estrogenico. Un’associazione tra variazioni dell’assetto estrogenico e alterata funzione delle ghiandole salivari (con modificazioni qualitative e quantitative della saliva) e presenza di bruciore orale è stata osservata in alcune pazienti, ma questi dati necessitano di conferme.

Aspetti clinici

L’incidenza della stomatopirosi è maggiore sopra i 50 anni e nel sesso femminile, con un rapporto M/F intorno a 1:7. La stomatopirosi non è mai stata osservata nei bambini.
I sintomi vengono riferiti come bruciore o dolore di gravità variabile, che può essere associato a secchezza delle fauci e a alterazioni del gusto. Molte pazienti riportano descrizioni bizzarre di sensazioni come “punture di spilli”, “ palato freddo come ghiaccio”, “carboni ardenti” e lingua ustionata da liquido bollente. Le funzioni sensoriali quali la termica e la tattile rimangono in genere inalterate. Il bruciore colpisce la lingua (specie il dorso e la punta), il palato, le labbra, le superfici mucose in rapporto con protesi mobili e più raramente il pavimento della bocca. Nella maggior parte dei casi il bruciore è generalizzato a tutta la mucosa orale. La sintomatologia può insorgere in maniera improvvisa o graduale. Il bruciore talvolta è già presente al mattino o, anche se assente, inizia ad aumentare con il trascorrere delle ore, raggiungendo un’intensità massima nel tardo pomeriggio o serata (questa e’ una caratteristica peculiare della stomatopirosi!). I disturbi solitamente hanno un andamento continuo con temporanee remissioni in coincidenza dei pasti, del sonno o di attività che distolgono l’attenzione del paziente. Quando il bruciore è già presente al mattino la prognosi è in genere peggiore. La durata della stomatopirosi può variare da pochi mesi a svariati anni.

Diagnosi

Nella valutazione clinica della stomatopirosi tutti i potenziali fattori eziologici non devono essere esclusi a priori e l’approccio diagnostico deve essere quanto più possibile approfondito. Ovviamente per prima cosa è molto importante escludere la presenza di lesioni mucose. Inoltre è utile valutare la sede e le caratteristiche dei sintomi e la loro associazione temporale con possibili fattori quali: assunzione di determinati cibi e farmaci, trattamenti odontoiatrici, presenza di protesi e abitudini parafunzionali. L’esame obiettivo della cavità orale deve essere affiancato, quando appaiono evidenti lesioni mucose, da esami quali biopsia, esami colturali, analisi della saliva, test allergici ed esami ematologici. Esami strumentali quali TAC o RMN sono utili nel caso in cui si sospetti un processo patologico quale, per esempio, il neuroma del nervo acustico. In sede di anamnesi è necessario accertare che il paziente non stia assumendo farmaci capaci di indurre xerostomia quali antidepressivi, anti-ipertensivi, antistaminici, ipoglicemizzanti e b-bloccanti o che non sia affetto da altre malattie come la sindrome di Sjögren. Vi sono farmaci, ad esempio come l’enapril, che possono dare bruciore orale in assenza di altri sintomi o segni clinici. La genesi psicosomatica deve essere quindi presa in considerazione solo quando sono state escluse tutte le possibili cause organiche e iatrogene. Da tutte queste considerazioni appare ovvio che la diagnosi definitiva della stomatopirosi si basa sulla esclusione di tutti i possibili fattori ezio-patogenetici che possono spiegare il sintomo del bruciore orale.

Trattamento

Si rimanda ai testi specialistici.

Classificazione, fattori causali e criteri diagnostici della stomatopirosi

  • Stomatopirosi primaria (idiopatica o essenziale)
    • Presenza di bruciore o dolore della mucosa orale della durata di almeno 4 mesi con caratteri di continuità o intermittenza. Si possono associare xerostomia e disgeusia.
    • Caratteristiche peculiari: il bruciore scompare ai pasti, durante il sonno e nei momenti di distrazione e si aggrava nel tardo pomeriggio/serata.
    • Si può accompagnare a disturbi menopausali, stress, sindromi somatiche funzionali, ansia e depressione, cancerofobia.
    Fattori neuropatologici:
    • Neuropatia delle fibre trigeminali periferiche (degenerazione degli assoni delle piccole fibre nervose)
    • Alterazione dei meccanismi percettivi del gusto
    • Perdita dei meccanismi inibitori centrali sul controllo del dolore.
    • Perdita del controllo centrale del dolore per difetto funzionale della via dopaminergica.
    • Diminuzione dell’effetto protettivo degli estrogeni sul sistema dopaminergico centrale
  • Stomatopirosi secondaria (approccio terapeutico guidato dalle cause)
    Fattori locali:
    • Lichen planus o altre malattie imunitarie
    • Candidosi
    • Xerostomia (iatrogena o da sindrome di Sjogren)
    • Lingua a carta geografica
    • Traumatismo cronico
    • Abitudini parafunzionali (bruxismo, digrignamento, ipermotilità linguale)
    • Stomatite allergica da contatto
    • Neuroma del nervo acustico
    • Nevralgia trigeminale
    Fattori sistemici:
    • Deficit vitaminici (B6, B12, acido folico)-rari!
    • Anemia sideropenica
    • Diabete
    • Ipotiroidismo
    • Infezione da HIV