Sono farmaci utilissimi per curare l’osteoporosi e alcune forme tumorali. Queste medicine si usano sia in compresse da inghiottire che come fiale per via intramuscolare o endovenosa. Un esempio è lo Zometa che viene usato in ospedale sia per curare certi tumori localizzati alle ossa (metastasi) che nelle forme gravi di osteoporosi.
Può succedere che le persone sottoposte a terapia con i bifosfonati possano sviluppare delle ulcere/ferite alla bocca (sulla gengiva) specie dopo una estrazione dentaria che tendono a persistere per molto tempo. Questo fenomeno è stato denominato “osteonecrosi delle ossa mascellari”. I bifosfonati sono responsabili di un difetto nella guarigione di queste ferite che rimangono cronicizzate.
E' molto importante rivolgersi al dentista prima di iniziare qualsiasi tipo di terapia con i bifosfonati. La cura di eventuali infezioni dentarie (carie, ascessi e piorrea) e le estrazioni fatte in maniera tempestiva prima di iniziare i bifosfonati certamente prevengono questo problema. Molto importante è anche una igiene orale accurata.
Sfortunatamente non esiste ancora una cura definitiva. Gli antibiotici, la pulizia orale, l’uso di sciacqui con certe sostanze e la rimozione degli eventuali frammenti di osso necrotico (morto!) sono le cose principali che si devono fare. In diversi pazienti si può comunque osservare la guarigione.
No. Se questi farmaci sono indispensabili al paziente per curare la malattia ossea devono essere continuati. In ogni caso è il medico specialista responsabile della prescrizione che deve prendere la eventuale decisione di sospenderli. I bifosfonati si concentrano nelle ossa e rimangono li per svariati anni.